Nature and Gaze

Progetto volume: D. De Gianni, L. Furbetta, F. Lubian (ed.), Nature and Gaze. Essays in Late Latin Christian Poetry (ed. 2024). Consulta l'indice dei contenuti a questo link.

Il volume – grazie al contributo di studiosi di riconosciuto valore internazionale nell’ambito degli studi sulla poesia tardoantica – si propone di indagare l’interazione tra narrazione della materia biblica e processi di visualizzazione nella trattazione del rapporto uomo-natura nei testi poetici. La riflessione sul rapporto fra Bibbia, natura e sguardo umano e le molteplici implicazioni e prospettive offerte da questo tema sarà sviluppata seguendo due direttrici principali di indagine, cui saranno dedicate le singole sezioni dell’opera, senza trascurare confronti con il versante greco e mediolatino. Si tratterà perciò di:

  1. Bibbia e natura in poesia Dal racconto genesiaco della creazione fino al discorso di Gesù sugli uccelli del cielo e i gigli del campo (Mt. 6:25-33; Lc. 12:22-34), la natura occupa un posto importante nella Scrittura, come riconosciuto già dagli esegeti cristiani, che spesso l’hanno assunta come paradigma etico nei termini di natura magistra, e come messo in luce, in tempi recenti, dal filone di studi improntato ai paradigmi metodologici dell’ecocritica (R. B. Hamon, Garden and “wilderness”, “The Bible and Critical Theory” 14 [2018], 64-86) e degli animal studies (K. Stone, Reading the Hebrew Bible with Animal Studies, Stanford University Press 2020). Obiettivo principale di questa sezione del volume sarà quindi indagare la portata e la funzione delle citazioni bibliche relative alla natura e ai suoi significati simbolici sia dal punto di vista formale – con particolare attenzione alle strategie citazionali e alle modalità di riscrittura di passi più o meno estesi (con particolare attenzione ai poemi biblici) – sia dal punto di vista dell’esegesi e della valutazione teologica di tali passi, sulla scorta anche della precedente e coeva letteratura patristica. Questo tipo di indagine potrà essere applicata in una direzione sia intratestuale sia intertestuale, per stilare una sorta di tassonomia dei loci biblici maggiormente citati e cogliere analogie e differenze (in base al contesto socio-culturale, alla destinazione d’uso e all’orizzonte di attese dei lettori) tra i testi poetici esaminati. Verrà inoltre dedicato spazio all’interazione fra linguaggio e visualità con l’intento di studiare le forme e le funzioni degli inserti descrittivi in rapporto al contesto dell’opera e delle singole macro- sezioni di riferimento, le dinamiche dello sguardo nella costruzione e visualizzazione dello spazio e il ruolo giocato da interazione e integrazione narrativa nei processi di riscrittura poetica. In questa indagine si conferirà spazio all’individuazione e alla valorizzazione degli intertesti classici e cristiani e ai processi di intersezione tra parola e immagine (come l’ekphrasis), testo/immagine.
  2. Natura e uomo In quanto risultato di un processo di simbolizzazione e interpretazione, la natura assume i tratti del paesaggio, che è sempre l’esito di un “insignorirsi dello spazio attraverso lo sguardo” (M. Varotto, Oltre il “locus amoenus”: le diverse geografie del paesaggio latino, in G. Baldo – E. Cazzuffi (a c. di), Regionis forma pulcherrima. Percezioni, lessico, categorie del paesaggio nella letteratura latina, Firenze 2013, pp. 1-18). In questo senso, chiari esempi di “sensibilità paesaggistica” sono riscontrabili già nelle manifestazioni letterarie del mondo antico e tardoantico, dove il paesaggio è inteso di volta in volta come quinta naturale, come sede di una tradizione letteraria e retorica più o meno tipizzata, e come luogo delle attività umane che interagiscono e danno forma allo spazio della natura. Partendo da questi presupposti, la seconda parte del volume proporrà studi volti a cogliere il rapporto tra uomo e natura, con particolare attenzione alla rappresentazione del paesaggio (compresi procedimenti descrittivi ed ecfrastici), al modellamento antropico di esso, alle molteplici forme di interazione tra spazio naturale e sfera antropica. L’analisi considererà – anche in chiave allegorica – le modalità con le quali si concretizzano nel testo poetico la resa della percezione della natura come creatura, l’azione di dominio dell’uomo sul creato (e più in generale la coesistenza e il rapporto con esso), lo sguardo sul fenomeno naturale e la sua percezione come manifestazione dell’assenso o del dissenso di Dio rispetto a un determinato comportamento/evento umano, le analogie tra contesto antropico e contesto ambientale, atmosferico e meteorologico. In tal senso, nei saggi saranno analizzate metafore e similitudini naturalistiche applicate all’uomo, alle sue attività e ai suoi stati psichici, spirituali ed emozionali. Un utile contributo potrà inoltre derivare da un lavoro di carattere lessicale, che si potrà soffermare sull’individuazione e la valorizzazione semantica dell’uso di tecnicismi, della coniazione di neologismi lessicali e semantici, dell’interazione di lingue tecniche e linguaggi settoriali nella resa descrittiva dei singoli elementi naturali osservati e interpretati dall’uomo. L’indagine potrà quindi estendersi allo studio delle modalità di trattazione dei mirabilia, cioè di fenomeni riconducibili alla sfera del ‘meraviglioso’ e della loro inclusione e funzione semantica nella riscrittura e interpretazione dell’ipotesto scritturale. Tutto ciò, comprendendo e sviluppando un confronto anche con la produzione cristiana in prosa (senza tralasciare il côté agiografico, né quello eminentemente esegetico) e includendo l’analisi degli intertesti classici, i meccanismi di allusione e citazione e le loro differenti funzioni a livello narrativo e interpretativo (analogia, Kontrastimitation …).